giovedì 12 gennaio 2017

ucronia cyborg

Ecce Cyborg/1. Versione minimale dell'ucronia precedente. I cyborg (robot pensanti) conquistano una parte (o la totalità) del pianeta Terra e fondano un loro impero, in competizione con gli stati degli uomini (la più geniale idea di Estec)
Ecce Cyborg/2. Grazie all'enorme sviluppo della nanotecnologia vengono creati sciami di nanomacchine intelligenti a scopo medico e industriale; ad un certo punto però le nanomacchine sfuggono al controllo degli umani, si replicano a dismisura ed iniziano a divorare qualunque forma di vita organica: ogni traccia di vita scomparirà dal nostro pianeta se gli scienziati non troveranno rapidamente una soluzione... (un'idea ispirata al romanzo "Preda" di Michael Crichton e rilanciata da Blade87)
Ecce Cyborg/3. Ovvero, il futuro sognato da tanti libri di fantascienza che si trasforma nei piccoli problemi della realtà quotidiana. Prendiamo il caso dei robot: in un prossimo domani essi sono diventati intelligenti come gli esseri umani, ma in effetti sono i tizi più noiosi del mondo: non capiscono l’amore, per loro i grandi valori non contano nulla, non amano il calcio, parlano solo dei loro problemi di coscienza e per la maggior parte sono in depressione cronica, perchè sanno di essere entità intelligenti eppure fabbricate e artificiali). Fiorisce il lavoro di robopsicologo, perchè i robot diventano inutili al lavoro, anche se non sentono la fatica si sentono troppo depressi per lavorare e non ne hanno bisogno: non mangiano e non hanno bambini (altra causa della loro depressione). Rifiutano i lavori più difficili perché pensano che la loro intelligenza ne risulti offesa, preferiscono lasciarli agli umani "meno intelligenti". Sono riusciti a farsi riconoscere gli stessi diritti degli umani e si fanno dare aiuti fiscali perché non lavorano, hanno imposto la discriminazione positiva nei confronti dei robot industriali e sono molto sospettosi in fatto di razzismo, facendo celebrare tanti processi. Brigano addirittura per adottare bambini umani. In poche parole abbiamo creato uno popolo annoiato che non dorme mai, che sa tutto meglio degli altri, egoista, depresso e sprezzante: in una parola, assomiglia assai ai moderni parigini (grazie al marsigliese Perchè no?)
I Virtuali. Nel tardo ventunesimo secolo la tecnologia ha fatto passi da gigante, e grazie a dei congegni chiamati Neurostimolatori, che agendo su specifiche aree del cervello danno l'illusione della vista, del tatto, dell'udito e di tutti gli altri sensi, chiunque può entrare nella realtà virtuale e vivere un'esistenza parallela a quella reale. Ormai esiste un mondo digitale parallelo a quello vero (lontano discendente dell'odierno Second Life), chiamato Cyberworld, dove tutto è possibile e non esistono dolore, fatica e malattie. Con il passare degli anni sempre più persone in tutto il pianeta dimostrano di preferire le meraviglie del mondo virtuale al faticoso mondo reale e passano sempre più tempo interfacciate a Cyberworld. Ad un certo punto, nel 2095, una nuova tecnologia realizzata da una potente multinazionale rende possibile trasferire un'intera mente umana in un computer, rendendola praticamente immortale. In poco tempo il nuovo procedimento viene messo alla portata di tutti: le multinazionali vorrebbero poterlo brevettare ma l'intera comunità mondiale insorge contro di loro costringendole a cedere. Centinaia di milioni di persone vi si sottopongono, trasferendo le loro menti in speciali computer quantistici capaci di contenere oceani di dati e facendo ibernare i loro corpi ormai ridotti a involucri vuoti. Tutti vogliono l'immortalità, e così in pochi decenni l'intera popolazione mondiale trasferisce la propria mente in Cyberworld. Nel mondo reale restano soltanto automi e macchine, che gestiscono i computer quantistici secondo le istruzioni delle menti umane all'interno di essi. Ormai la razza umana si è trasformata in una nuova razza, quella dei Virtuali, vere e proprie creature digitali che vivono una vita comoda e priva di fatiche all'interno di Cyberworld. Ovviamente vi sono anche conseguenze profondamente negative: prima di tutto la popolazione mondiale è destinata a non crescere più poiché i Virtuali non possono morire ma nemmeno riprodursi, giacché si può trasferire una mente in un computer, ma non certo crearla ex novo all'interno del computer stesso; in secondo luogo la Terra, senza più gli umani a gestirla e a controllarla, torna ad essere un pianeta selvaggio e incolto, dove le uniche "isole" di tecnologia sono le città fortificate dove le macchine servitrici dei Virtuali custodiscono i computer quantistici. Oltre a tutto ciò non vi è alcun ulteriore progresso tecnologico, e tantomeno una conquista dello spazio, perchè i Virtuali hanno già tutto ciò che serve loro per vivere e possono creare qualsiasi cosa semplicemente assemblando un po' di bit, quindi non hanno alcun interesse nel far progredire la loro civiltà e preferiscono crogiolarsi nella beatitudine della vita eterna... (una distopia di Blade87)

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