Ecce
Cyborg/1. Versione minimale dell'ucronia precedente. I cyborg (robot pensanti) conquistano una
parte (o la totalità) del pianeta Terra e fondano un loro impero, in
competizione con gli stati degli uomini (la più geniale idea di Estec)
Ecce
Cyborg/2. Grazie
all'enorme sviluppo della nanotecnologia vengono creati sciami di nanomacchine
intelligenti a scopo medico e industriale; ad un certo punto però
le nanomacchine sfuggono al controllo degli umani, si replicano a dismisura
ed iniziano a divorare qualunque forma di vita organica: ogni traccia di vita
scomparirà dal nostro pianeta se gli scienziati non troveranno rapidamente una
soluzione... (un'idea ispirata al romanzo "Preda" di Michael Crichton
e rilanciata da Blade87)
Ecce
Cyborg/3. Ovvero, il futuro sognato da tanti libri di fantascienza che si
trasforma nei piccoli problemi della realtà quotidiana. Prendiamo il caso dei
robot: in un prossimo domani essi sono diventati intelligenti come gli esseri
umani, ma in effetti sono i tizi più noiosi del mondo: non capiscono l’amore,
per loro i grandi valori non contano nulla, non amano il calcio, parlano solo dei
loro problemi di coscienza e per la maggior parte sono in depressione cronica,
perchè sanno di essere entità intelligenti eppure fabbricate e artificiali). Fiorisce
il lavoro di robopsicologo, perchè i robot diventano inutili al lavoro, anche
se non sentono la fatica si sentono troppo depressi per lavorare e non ne hanno
bisogno: non mangiano e non hanno bambini (altra causa della loro depressione).
Rifiutano i lavori più difficili perché pensano che la loro intelligenza ne
risulti offesa, preferiscono lasciarli agli umani "meno intelligenti".
Sono riusciti a farsi riconoscere gli stessi diritti degli umani e si fanno dare
aiuti fiscali perché non lavorano, hanno imposto la discriminazione positiva nei
confronti dei robot industriali e sono molto sospettosi in fatto di razzismo,
facendo celebrare tanti processi. Brigano addirittura per adottare bambini
umani. In poche parole abbiamo creato uno popolo annoiato che non dorme mai, che
sa tutto meglio degli altri, egoista, depresso e sprezzante: in una parola,
assomiglia assai ai moderni parigini (grazie al marsigliese Perchè
no?)
I
Virtuali. Nel tardo ventunesimo secolo la tecnologia ha fatto
passi da gigante, e grazie a dei congegni chiamati Neurostimolatori,
che agendo su specifiche aree del cervello danno l'illusione della
vista, del tatto, dell'udito e di tutti gli altri
sensi, chiunque può entrare nella realtà virtuale e vivere un'esistenza
parallela a quella reale. Ormai esiste un mondo digitale parallelo a
quello vero (lontano discendente dell'odierno Second Life), chiamato
Cyberworld, dove tutto è possibile e non esistono dolore, fatica e
malattie. Con il passare degli anni sempre più persone in tutto il
pianeta dimostrano di preferire le meraviglie del mondo virtuale al
faticoso mondo reale e passano sempre più tempo interfacciate a
Cyberworld. Ad un certo punto, nel 2095, una nuova tecnologia realizzata
da una potente multinazionale rende possibile trasferire un'intera
mente umana in un computer, rendendola praticamente immortale. In poco
tempo il nuovo procedimento viene messo alla portata di tutti:
le multinazionali vorrebbero poterlo brevettare ma l'intera comunità
mondiale insorge contro di loro costringendole a
cedere. Centinaia di milioni di persone vi si sottopongono, trasferendo
le loro menti in speciali computer quantistici capaci di contenere
oceani di dati e facendo ibernare i loro corpi ormai ridotti a involucri
vuoti. Tutti vogliono l'immortalità, e così in pochi decenni l'intera
popolazione mondiale trasferisce la propria mente in
Cyberworld. Nel mondo reale restano soltanto automi e macchine, che
gestiscono i computer quantistici secondo le istruzioni delle menti
umane all'interno di essi. Ormai la razza umana si è trasformata in una
nuova razza, quella dei Virtuali, vere e proprie creature digitali che
vivono una vita comoda e priva di fatiche all'interno di Cyberworld.
Ovviamente vi sono anche conseguenze profondamente negative: prima di
tutto la popolazione mondiale è destinata a non crescere più
poiché i Virtuali non possono morire ma nemmeno riprodursi, giacché si
può trasferire una mente in un computer, ma non certo crearla ex novo
all'interno del computer
stesso; in secondo luogo la Terra, senza più gli umani a gestirla e a
controllarla, torna ad essere un pianeta selvaggio e incolto, dove le
uniche "isole" di tecnologia sono le città fortificate dove le macchine
servitrici dei Virtuali custodiscono i computer quantistici. Oltre a
tutto ciò non vi è alcun ulteriore progresso tecnologico, e tantomeno
una conquista dello spazio,
perchè i Virtuali hanno già tutto ciò che serve loro per vivere e
possono creare qualsiasi cosa semplicemente assemblando un po' di bit,
quindi non hanno alcun interesse nel far progredire la loro civiltà e
preferiscono crogiolarsi nella beatitudine della vita eterna...
(una distopia di Blade87)
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